Tra i numerosi motivi di interesse che attraggono ogni anno milioni di turisti e viaggiatori nel paese del Sol Levante, la curiosità suscitata dal mito della geisha è probabilmente il più forte.
Secondo la cultura giapponese, la geisha era un’artista esperta dell’arte dell’intrattenimento. Conosciamo meglio questa figura tradizionale giapponese molto rispettata in Oriente per le sue doti di abile ed esperta intrattenitrice.
Chi è la Geisha
Le geishe sono donne particolarmente dedite alla musica, al canto e alla danza.
L’esercizio della professione di geisha richiede in realtà anni di severa preparazione per poter esser educate all’apprendimento di numerose nobili arti giapponesi, tra le quali assumono particolare importanza il canto, le danze tradizionali, i complessi rituali della cerimonia del tè e lo shamisen, uno strumento musicale a tre corde.
Le ragazze vengono accuratamente selezionate e solo chi ne ha grandi capacità e ferrea volontà può intraprendere il duro apprendistato.
Per un periodo di cinque anni, dall’età di quindici fino ai vent’anni, le giovani vivono nelle Okiya, apposite case-scuola in cui le apprendiste, che prendono il nome di maiko, imparano l’esercizio di arti secolari per poter finalmente, dopo fatiche e sacrifici, coronare il sogno di diventare una geiko, una vera e propria geisha.
La Storia
Nella seconda metà del XVIII secolo venne ufficialmente riconosciuta come professione la figura della Geisha. All'inizio, hanno iniziato come intrattenitrici nei centri di intrattenimento glamour in tutto il Giappone.
Tuttavia, man mano che sempre più intrattenitrici si specializzavano in un particolare tipo di esibizione, nacque la figura della Geisha.
Fino alla seconda guerra mondiale, le Geisha erano addestrate e riconosciute in tutto il paese e godevano della reputazione d'élite che ricevevano perché l'intrattenimento era visto come un aspetto positivo per la popolazione.
Tuttavia, il numero di geisha praticanti e di clienti con un reddito disponibile diminuì sempre di più fino a quando, verso la metà degli anni '40, molti distretti di geisha dovettero chiudere, costringendo molti di loro a trovare lavoro altrove.
Un anno dopo la guerra, ci fu una rinascita delle pratiche e delle attività delle Geisha: alcuni decisero che era tempo di incorporare influenze occidentali nel loro stile di abbigliamento e modo di divertirsi, causando una divisione.
L’idea per lo più diffusa in Occidente è, però, erronea: le geisha non sono prostitute, né sono tenute ad avere rapporti sessuali con i clienti abituali.
Abbigliamento e Trucco
La geisha indossa sempre un kimono di seta in colori poco appariscenti o tenui per distinguersi dalle prostitute che indossano abiti dalle tinte forti.
Ai piedi porta sempre delle calze di seta, le tabi. Una particolarità riguarda il colletto del kimono che deve lasciare sempre un po' scoperta la zona dietro la nuca, come segno di sensualità.
Il trucco del viso è molto caratteristico: sul volto viene applicato del cerone bianco, la bocca è invece ridisegnata in modo da esprimere tensione e rilassatezza allo stesso tempo e viene evidenziata con il colore rosso.
I capelli sono nero corvino e vengono raccolti in modo particolare, di solito a forma di foglia di gingko, e impreziositi con accessori che completano la sua figura.
Il Quartiere Gion
Sebbene l’architettura moderna abbia tolto una parte del suo fascino storico, nel celebre quartiere Gion, cuore della cultura Geisha, si respira ancora questa tradizione.
Tradizionalmente era uno dei più esclusivi quartieri di geishe di tutto il paese, comunemente detti hanamachi. Al suo interno si distinguono due aree, il Gion Kobu e il Gion Higashi, con molte delle architetture antiche che hanno fatto sì che questa zona della città fosse tutelata dal governo giapponese.
La figura della geisha sta oggi lentamente scomparendo, ma il quartiere di Gion, dove pare che il tempo si sia fermato, continua ad esercitare un grande fascino sui visitatori.
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