Il Sumo è lo sport nazionale del Giappone che vanta un'antichissima storia e tradizioni tramandate da lontano, alcune delle quali rispettate ancora oggi.
Le radici di questo caratteristico sport giapponese sono da ritrovare nella religione: le prime forme di sumo avevano infatti scopi propiziatori ed erano ritenuti spettacoli sacri.
Oggi il sumo è lo sport più popolare in Giappone, ma è conosciuto e apprezzato anche all'estero, tanto che negli ultimi anni anche lottatori stranieri sono stati ammessi ai tornei.
Le Origini del Sumo
Le origini del sumo risalgono al VI secolo, quando veniva praticato come danza per intrattenere gli dei e per pregare per un raccolto abbondante.
Con il tempo questa pratica ha abbandonato le sue radici religiose trasformandosi, nei periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185), in una forma di intrattenimento per i nobili e l'imperatore.
Nonostante il sumo fosse conosciuto già da secoli, la sua pratica è diventata ufficiale nel periodo Edo (1603-1868), quando lo sport si è sviluppato secondo la forma con cui è conosciuto oggi.
Come Avviene un Incontro di Sumo
Prima che gli incontri abbiano inizio, i rikishi (lottatori) devono portare a termine una serie di riti che provengono dalle antiche tradizioni religiose shintoiste.
Uno dei riti che viene eseguito dai lottatori è lo shiki, il famoso gesto che consiste nell'alzare in aria una gamba e sbattere poi il piede a terra seguito da un battito di mani. Lo shiki è ben più di un riscaldamento per i lottatori, in quanto è un segno di preghiera e un modo per scacciare gli spiriti maligni.
Inoltre, il ring, che è considerato un luogo sacro, viene cosparso di sale dai lottatori in segno di purificazione come avviene nei santuari shintoisti.
Anche gli indumenti hanno un ruolo fondamentale nel sumo. L'unico capo che è permesso indossare agli atleti è il mawashi, il tipico perizoma legato in vita con un nodo. La vestizione, così come la scelta del colore del mawashi, sono un vero e proprio rito.
Un tradizionale incontro di sumo si disputa tra due rikishi all'interno del dohyo, il ring circolare rialzato costruito in argilla e ricoperto da una strato di sabbia.
Solitamente un incontro dura una manciata di secondi, raramente si supera il minuto, e si conclude quando uno dei due lottatori riesce a far cadere lo sfidante a terra oppure a farlo uscire dal dohyo.
I Tornei di Sumo
L'organo direttivo che si occupa di dirigere la pratica del sumo a livello professionale in Giappone è la Japan Sumo Association fondata nel 1925.
Ogni anno l'associazione organizza sei tornei, ognuno della durata di 15 giorni: tre a Tokyo (gennaio, maggio e settembre), uno a Osaka (marzo), Nagoya (luglio) e Fukuoka (novembre).
Non ci sono restrizioni di peso nel sumo, né suddivisioni in base al peso: tutti i rikishi gareggiano nello stesso torneo seguendo una graduatoria che viene aggiornata dopo ogni gara, a seconda della performance dei lottatori.
Il titolo più alto che si può raggiungere è quello di yokozuna, che letteralmente significa "grande corda". Solo uno yokozua può infatti indossare il perizoma con una grande corda bianca intrecciata sul davanti. Il titolo si guadagna vincendo due tornei di fila e rimane a vita.
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