Due Chiacchiere con Violet In Japan

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L'intervista di oggi vede protagonista Violet in Japan. Viola Rosai, di origini toscane, dopo il suo primo viaggio in Giappone, ha lasciato una parte di sé in questa terra magica.

Con oltre 14 mila followers su Instagram, la bookblogger coltiva la sua passione per la cultura nipponica nel suo blog: Violet in Japan.

Proseguiamo con la nostra serie di interviste a figure appassionate di cultura giapponese.

Viola Rosai

Nel suo blog riprende temi legati alla cultura nipponica per farla sentire più vicina, anche se geograficamente lontana.

Esperta di libri, consiglia ai suoi follower testi legati al Giappone, che aiutino ad approfondirne la conoscenza, c'è un libro per ogni interesse e stato d'animo.

I temi trattati nel suo blog personale sono svariati, a partire dai libri già citati, si passa chiaramente agli anime e ai manga, vertendo poi su moda, eventi a tema Giappone e all'apprendimento della lingua giapponese.

Viola ricerca l'autenticità giapponese in Italia, scovando artigiani e artisti giapponesi, confrontandosi con la cultura italiana.

È stata recentemente intervistata da Rizzoli, insieme ad altre blogger e influencer di cultura giapponese.

Ecco le domande che le abbiamo fatto!


Com’è nata l’idea di iniziare il tuo blog a tema Giappone?

L’idea è nata all’inizio del mio periodo studio a Kyoto, dove ho vissuto un semestre come studentessa overseas.

Ai tempi cominciai con una pagina Facebook per condividere con i miei amici italiani la mia vita in Giappone, anche perché, a causa del fuso orario, non era semplice sentirci e così riuscivo a raccontare a tutti le mie giornate.

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Quando hai realizzato che la cultura giapponese era il tuo principale interesse?

Forse l’ultimo anno di università, quando mi resi conto che ero concentrata solo sul Giappone, sul tornarci il prima possibile.


Come ti sei avvicinata a questa cultura?

Come tutti i ragazzi nati negli anni 90s, sono cresciuta con i cartoni di Italia 1 e Rete 37 e poi con gli speciali anime di MTV. I vari Goku, Sampei, Inuyasha sono parte della nostra infanzia e hanno sicuramente rappresentato il primo “seme” di cultura giapponese.

Poi c’è stata la scelta dell’Università dove c’era la possibilità di studiare anche lingue asiatiche. Lì ho seguito l’istinto che mi diceva di buttarmi sul giapponese e di sfruttare soprattutto la possibilità di andare a fare un soggiorno-studio.

Così è successo e così ho avuto la conferma di qualcosa di forte che sentivo nei confronti di questo paese e della sua cultura.


Raccontaci del tuo primo viaggio in Giappone!

Primo viaggio: anno 2014, completamente sola. Ero alle prime armi con la lingua e mi lanciai in una vacanza di tre settimane che ricordo come un’emozione unica.

Ho passato tutto il tempo in uno stato di forte entusiasmo, con gli occhi giganti a cuore, stile manga.


Quali sono i tuoi libri a tema Giappone o di scrittori contemporanei giapponesi preferiti?

Adoro Natsuo Kirino e la sua ricerca nelle profondità dark dell’animo umano. Poi ultimamente mi ha colpito molto “Viaggio nella terra dei morti” di Maki Kashimada.


Qual è il primo libro a tema Giappone che hai letto?

Sinceramente non me lo ricordo, probabilmente qualcosa per preparare un esame universitario, come i “Racconti di pioggia e di luna” di Ueda Akinari.


Quali letture consiglieresti a chi vuole iniziare a conoscere la cultura nipponica attraverso i libri?

Consiglierei qualcosa di leggero ma allo stesso profondo, come la serie “La taverna di mezzanotte” di Yaro Abe. Un manga che fa trapelare molto della cultura nipponica ed è perfetto per un primo approccio.

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Consigliaci una lettura estiva “must read” tra le ultime uscite di cui hai parlato sul tuo blog.

“La buca” di Hiroko Oyamada. Una scrittrice pazzesca che tratta temi attualissimi con molta originalità e acutezza.


Recentemente sei stata intervistata da Rizzoli. Definiresti questo momento come uno dei momenti di spicco della tua carriera?

Sicuramente è stato un bellissimo riconoscimento, arrivato in un momento in cui siamo in tanti a parlare di libri e Giappone ed essere inclusa nella lista mi ha fatto capire che il mio lavoro è apprezzato.

Non è un punto di arrivo ma, anzi, di ulteriore stimolo a continuare così e a fare sempre di meglio.


Parliamo di cucina giapponese. Qual è il piatto al quale non puoi rinunciare quando torni in Giappone?

Senza dubbio il katsudon (un piatto tipico giapponese composto da un tonkatsu, cotoletta di maiale fritta, insieme a cipolle caramellate e uova su riso caldo fumante)!

Subito dopo il ramen e il gyudon (riso con manzo), difficilissimo da trovare in Italia con lo stesso sapore autentico.


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I Bento Box racchiudono diversi aspetti della cultura culinaria giapponese: ingredienti tipici, i furoshiki e anche una componente emotiva. Puoi spiegare cosa sono e perché sono così significativi in Giappone?

Il bento box è un legante emotivo fortissimo tra chi lo prepara e chi lo mangia. Basti pensare, anche nell’immaginario creato da manga e anime, a quante scene ci sono con madri che preparano i bento box ai figli, o le mogli ai mariti che vanno a lavorare o ancora le nonne ai nipotini.

E’ un gesto d’amore bellissimo e questo amore pervade tutto il processo: la preparazione maniacale dei bento box, dalla disposizione degli ingredienti alla confezione (il furoshiki), il fatto di portarselo dietro tutto il giorno, quando si è fuori, come fosse un amuleto casalingo, fino al momento in cui chi apre il coperchio vede finalmente la meraviglia dei colori e del cibo.

Una sorpresa che si scioglie in bocca, boccone dopo boccone.


Qual è il ristorante più interessante in cui hai mangiato in Giappone?

Un ristorante che faceva udon espressi, alle pendici del monte Konpira-san, nello Shikoku. Buonissimi! Vedere all’opera chi fa la pasta e ritrovarsela nel piatto cinque minuti dopo non ha prezzo.


Quando hai nostalgia del Giappone, quali sono i piatti giapponesi che ami cucinare qui in Italia?

Il piatto che mi riporta subito al Giappone è la zuppa di miso, facile e veloce. Il cibo casalingo per eccellenza.

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C’è un libro legato alla gastronomia e cucina giapponese che vorresti consigliare?

Tokyo Gourmand” e “La cucina giapponese illustrata” di Slow Food Editore. Entrambi ganzissimi, super colorati, esplicativi e molto precisi.


Ringraziamo di cuore Violet in Japan per aver risposto alle nostre domande e curiosità! Speriamo ti faccia venire voglia di esplorare e approfondire la questa cultura, perché no, tramite i libri!

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